mercoledì 20 gennaio 2010

Ricorderò l'Africa

Sono tornato in Italia.
E adesso è ora di bilanci... ed allora sento di dire che per me questo è stato un mese indimenticabile, un'esperienza unica e meravigliosa.
Ricorderò l'Africa ed in particolare il Ciad per un paesaggio stupendo, una natura fatta di colori vivi, come il verde degli immensi alberi di mango, il giallo dei campi di miglio, il bianco dei campi di cotone, il rossiccio della terra misto a sabbia. I tramonti sono stupendi, con quel sole arancione che infuoca l'azzurro del cielo dandogli tonalità di rosso e di viola. Le notti, con un cielo stellato mai visto prima in vita mia, con delle stelle talmente luminose da sembrare tanto, tanto vicine.
Ricorderò l'Africa perchè lì ho conosciuto persone straordinarie, che hanno scelto di dedicare uno o più anni della propria vita ad un progetto, ad una missione, quella di aiutare questa gente, di insegnare loro un modo possibile per progredire, una possibilità per salvare i propri figli da un futuro di povertà e miseria, ed è apprezzabile l'impegno di tutti coloro che sono lì, anche fosse semplicemente per il fatto di esserci.
Ricorderò l'Africa, perchè quei bambini mi hanno donato un piacere speciale legato semplicemente ai loro sorrisi e alla loro gioia, magari per una caramella regalata, oppure per un gioco o un girotondo, oppure perchè ritratti in una foto o in un video oppure banalmente per un pò di attenzione dedicatagli. Mi hanno dimostrato e mi hanno confermato ancora una volta, che si può essere felici e che la felicità non dipende da quello che hai e dal mondo in cui vivi.

P.S.: Ringrazio chi si è iscritto a questo blog, ringrazio chi ha commentato, ringrazio chi ha semplicemento letto e magari ha preferito rimanere nell'ombra... grazie a tutti per l'affetto e la vicinanza che mi avete dimostrato :)

venerdì 15 gennaio 2010

ho fretta, parto per la capitale...

Oggi ho molta fretta... sono in attesa che mi vengano a prendere per andare a N'djamena, è quasi ora di tornare in Italia.
L'appuntamento per la partenza era all'una, sono le due passate e ancora non ho ricevuto notizie. E' cosi', è lo stile ciadiano... gli appuntamenti sono fittizzi, non c'è mai nessuno che li rispetti.
Non hanno orari, per loro è cosi', è tutto come viene, sono disorganizzati, dalle piccole cose fino ad arrivare anche alle questioni più importanti della loro vita.
I loro programmi riguardano un arco temporale troppo breve, vivono pensando ad oggi, mai al domani. Non hanno risparmi, tutto quello che ricavano con il loro lavoro, lo spendono subito. Come già detto nel post precedente, raccolto il miglio, lo vendono tutto e subito, a loro non importa che tra 3 mesi ne avranno bisogno e dovranno ricomprarlo ad un prezzo più alto rispetto a quello a cui l'hanno venduto... quello è un problema che affronteranno tra 3 mesi!!!
Come spendono i loro soldi? Una buona parte è utilizzata per l'acquisto della billy billy, una bevanda, non molto alcolica, simile alla birra nel colore, fermentata come la birra, ottenuta dal miglio, con un sapore acidulo, non particolarmente gradevole... almeno secondo il mio palato. Ne bevono in quantità industriale, una calebasse di billy billy costa 25-50 franchi ciadini (meno di 10 centesimi di euro). I locali in cui si incontrano per bere e ubriacarsi (questo è l'esito finale della serata, il più delle volte), sono chiamate bouvette (credo si scriva cosi'). Purtroppo, non ho avuto la possibilità di andarci nemmeno una volta :(
Tutte le sere, fino a notte inoltrata, dalla mia stanza sento la musica dei locali e gli schiamazzi della gente. Nelle stesse strade, di giorno c'é tutta un'altra vita. Commercianti di frutta e verdura (non si vende a peso, ma a mucchietti), commercianti di stoffe e abbigliamento in genere, commercianti di utensili e di pezzi per le bici e le moto. I moto-taxi e le grandi auto che corrono e strombazzano, con l'intento di far spostare i pedoni che camminano quasi a centro strada, come se ci fossero solo loro. Piccoli ristori, nei quali è possibile mangiare i piatti locali, oppure provare degli ottimi frullati di frutta fresca di stagione (oggi banana e mango :) ).
Questo potrebbe essere l'ultimo post dal ciad... non lo so ancora... vedremo

martedì 12 gennaio 2010

Economia, istruzione, politica...

La zona di Doba e dintorni, è la zona più "ricca" del Ciad. L'economia è fondata essenzialmente sull'agricultura, in particolare sulla coltivazione di cotone, arachidi e miglio, ma recentemnete la vera speranza per i ciadiani è diventata il petrolio.
Da qualche anno, sono stati scoperti dei giacimenti e gli Stati Uniti, la Francia e alcuni paesi asiatici hanno cominciato ad estrarre l'oro nero. I proventi del petrolio pagati dalle compagnie petrolifere allo stato del Ciad, sono in parte destinati alla costruzione di strade, scuole ed altri edifici pubblici.
La ricchezza portata dal petrolio, oltre a riempire le casse delle compagnie petrolifere e quelle dello stato (ma soprattutto quelle di chi governa, come vedremo dopo), in parte toccano anche l'economia locale (non a caso, l'unica città del Ciad ad avere l'energia elettrica 24 ore su 24, è proprio Doba).
Tornando all'agricoltura, è interessante rilevare che ad esempio il cotone, di cui il Ciad è un grande produttore, in realtà non è una grande fonte di guadagno per il Paese, poichè la grande produzione viene tutta esportata, in Paesi come la Nigeria e il Camerun, che trasformano il cotone grezzo in prodotto finito, quindi in capi d'abbigliamento, facendo il vero guadagno a discapito degli agricoltori locali, che pur non trovando più vantaggiosa la produzione di cotone, non essendo capaci di riconvertrla in altro modo (causa l'ignoranza), continuano ad insistere con il cotone.
Il miglio invece, è un prodotto di fondamentale importanza per i ciadiani, poichè è alla base della loro alimentazione (ricordate la bulle citata in uno dei post precedenti???). Anche in questo caso, a guadagnarci sono sempre altri, ma non gli agricoltori.
I contadini al momento della raccolta, fase in cui il prezzo "al sacco" è al minimo, vendono tutto il loro raccolto, senza fare scorte nemmeno per lo stretto necessario per la propria famiglia, per l'arco temporale di un anno. Fatto sta, che a distanza già di 2-3 mesi, gli stessi contadini produttori di miglio, per poter sfamare la propria famiglia lo riacquistano ad un prezzo quasi raddoppiato. I furboni, che comprano al prezzo minimo, fanno scorte e rivendono durante l'arco dell'anno, sono gli arabi, notorimente dei grandi commercianti.

I bambini contribuiscono all'economia locale, con il loro lavoro, già da molto piccoli. Capita molto facilmente di vedere per strada i carri trainati dai buoi o delle mandrie di animali guidate da bambini di nemmeno 10 anni.
In alcuni giorni, ad esempio nei periodi di raccolta, i maestri di scuola (che per altro non sono particolarmente istruiti, soprattutto nei villaggi delle zone rurali) si assentano da lavoro per dedicarsi alla cura dei loro campi, ed i più intramprendenti fanno lavorare nei loro terreni anche i propri alunni, danneggiandoli doppiamente, poichè non solo non contribuiscono alla loro istruzione, ma li fanno anche lavorare gratis!!!

Il livello di istruzione é molto basso, la maggior parte della popolazione non è in grado di leggere o scrivere in Francese, che è la lingua ufficiale del Ciad. Nonostante Doba sia una città, per chi vuole proseguire gli studi e fare l'università l'unica possibilità é quella di trasferirsi nella capitale (N'djamena), che è a 500 km da qui.
I bambini in classe scrivono su lavagnette personali, hanno pochi quaderni e nessun libro a disposizione. Alcuni giorni i maestri, li dedicano interamente alla dettatura dei testi scolastici. Le scarse risorse economiche sono un freno concreto all'istruzione di questi ragazzi.

Purtroppo la speranza di questo popolo legata al petrolio, in parte è vanificata, dalla corruzione e dal "magna magna" generale dei politici, i quali fanno esclusivamente i propri interessi personali, che in questo caso sono interessi di famiglia, visto che la casta politica in Ciad è rappresentata da familiari del Presidente. E' salito al potere con un colpo di stato, poi ha trasformato il Ciad in una repubblica democratica... la costituzione prevedeva al massimo due mandati, ed allora ha cabiato la costituzione per poter essere rieletto (per modo di dire) per la terza volta. E' cosi' governa da dittatore da più di 10 anni...

sabato 9 gennaio 2010

I miei pomeriggi

Qualcuno si sarà anche chiesto cosa combino tutto il giorno...
Bene, a parte qualche giornata passato nei villaggi vicini, sono sempre qui a Doba e trascorro le mattinate tra attività varie ed eventuali, dal giardinaggio, all'informatizzazione della contabilità delle suore, al lavaggio dei miei indumenti (a mano, la lavatrice non c'è), incluso le uscite per lo shopping :)
I pomeriggi invece, prevedono un appuntamento fisso. Collaboro con Emanuele, il ragazzo che mi ha salvato dalla prigione (vedi il post precedente), che ha come compito quello di gestire i ragazzini che frequentano l'oratorio.
Per questi ragazzi hanno acquistato 3 tavoli per il biliardino, 1 tavolo da ping pong, palloni e porte da calcio, ed in più tutta una serie di attrezzature utili per farli divertire. A dire il vero, non faccio nulla d'impegnativo, gioco a pallone con loro, intrattengo alcuni bambini più piccoli, facendogli toccare e tirare i peli delle mie gambe e delle mie braccia (loro non li hanno e quindi li trovano interessanti), oppure gli faccio delle foto o dei filmati e si divertono da matti a rivedersi nello schermo del telefonino.
I bambini all'inizio sono molto diffidenti, ma in poco tempo diventano tuoi amici e soprattutto alcuni ti si legano in modo particolare. Ci tengono molto al tuo saluto e non appena arrivano o prima di andare via vengono a stringerti la mano. Anzi, alcuni mi hanno insegnato il loro modo di salutarsi, composto da una particolare stretta di mano seguita dallo schiocco delle dita.

All'inizio, sinceramente mi sembravano tutti uguali, semplicemente neri; per fortuna ora riesco a distinguerli :) Uno delle strategie iniziali per riconoscerli era memorizzare la maglietta che portano addosso, questo perchè molti di loro sono vestiti sempre allo stesso modo. E' facile distinguere i poveri dai poverissimi... i primi si cambiano d'abito, magari hanno sandali o scarpe chiuse oppure addirittura una bicicletta. I poverissimi, son vestiti sempre allo stesso modo, sono sporchi di terriccio dalla testa ai piedi, girono con gli infradito consumati o addirittura alcuni non hanno nemmeno quelli!!

Questi bambini sono molto vivaci e per loro è molto importante il contatto fisico, nei saluti amichevoli, come detto prima; nei loro giochi, in cui si rincorrono, si toccano e si picchiano per scherzo e alla fine sono sempre sorridenti; nelle liti vere a proprie, in cui alcuni mostrano di essere aggressivi e violenti, e chi subisce non piange mai, forse abituato dalle violenze domestiche, pare molto frequenti.
Ieri abbiam organizzato una giornata speciale per questi bambini, abbiam realizzato un percorso con ostali da saltare, slalom tra palloni, un tratto in cui dovevano mantere un limone in equilibrio su un cucchiaio tenuto in bocca, un tratto di corsa con i sacchi e per finire un tratto di corsa libera. Il premio per i vincitori una bonne bonne. Ci siam divertiti tutti, bambini e oraganizzatori :)
Il mio amico Criscinas non è riuscito a vincere e soprattutto non riusciva ad accettare l'idea di non avere avuto la sua caramella. E' il mio preferito, ma le regole son uguali per tutti... si è tranquillizzato soltanto dopo essersi rivisto in foto e nel video che ho girato mentre faceva il percorso. E cosi' anche lui è tornato a casa contento...

giovedì 7 gennaio 2010

Un po' di shopping

Stamattina, dopo la solita colazione con una tazzina di caffè, un tazzone di latte in polvere (il latte fresco qui non c’è) e qualche fetta di pane con marmellata di angurie, sono uscito di casa con l’intenzione di fare un giro al mercato, allo scopo di comprare qualche ricordino africano.
Son passato da casa del mio amico italiano missionario laico e tranquilli e felici ci siam diretti al mercato, sotto il sole già cocente alle 9 del mattino.
Come ormai mi è noto, per strada incontro qualche ragazzino che ride perchè mi vede in pantaloncini, qualcun altro che mi chiama e cerca di attirare la mia attenzione, e da gran furbi non ti chiamano in francese come sarebbe logico visto che sono un bianco, ma lo fanno nella loro lingua locale (ngambai). Come pretendono che gli si dia retta??? E quindi io passo e faccio finta di nulla…
Arrivati al mercato abbiam cominciato a cercare le calebasse, una specie di contenitori, di materiale legnoso, ottenuti dalla lovarazione dei frutti che crescono su alcuni alberi africani. Finalmente li abbiam trovati presso una commerciante di frutta e verdura. Dopo qualche minuto di negoziazione (qui si contratta per qualsiasi cosa, il prezzo fisso non esiste), son riuscito a fare il mio acquisto ad un prezzo ragionevole. Contenti dell’affare appena fatto, ci siamo incamminati per spostarci in un altro mercato, ma siamo stati fermati immediatamente da un tipo grassoccio, che ci ha chiesto di avvicinarci alla stazione di polizia (una capanna di 2 metri quadri) che era a qualche passo da li. Abbiam seguito l’uomo, il quale ci ha chiesto i documenti, che noi non avevamo appresso, nessuno dei due :) . Allora hanno cominciato a farci diverse domande, del tipo: chi siete, che fate qui, dove alloggiate e via discorrendo… naturalmente io ascoltavo e cercavo di capire :), mentre il mio amico, che il francese lo conosce sul serio, rispondeva ma senza fornire alcuna informazione, dato che questi poliziotti non erano in divisa e non mostravano alcun tesserino, quindi ha preferito non fidarsi. Da queste parti, il problema, è che se sei bianco, quando la polizia ti ferma non lo fa effettivamente perchè stai facendo qualcosa di illegale o per fare un vero controllo, l’unico scopo è quello di ricavarne un po’ di soldi, per arrotondare lo stipendio. Fatto sta, che la discussione si è protratta per una quindicina di minuti, i poliziotti cominciavano ad innervosirsi e ad un certo punto, uno dei due ha chiamato una guardia e gli ha detto di scortarci fino alla centrale di polizia. A quel punto abbiamo chiesto di poter effettuare qualche chiamata per telefono e ce lo hanno concesso. Alla fine ci hanno rilasciato esclusivamente perchè abbiam raccontato che stavamo per chiamare il vescovo e poichè lui qui è un’autorità e noi non mostravamo la minima intenzione di pagare per il nostro rilascio, per evitare che le cose si complicassero hanno preferito desistere…
Scampato il pericolo, abbiamo deciso di tornarcene immediatamente a casa, meno tranquilli, ma molto più felici rispetto all’andata!!!

lunedì 4 gennaio 2010

buon appetito...



Nei giorni scorsi sono tornato a Bodo, per passare un week-end nella foresta.
In particolare domenica scorsa, sono stato in un villaggio, dove prima ho assistito ad una messa un po’ particolare, dato che non era in una chiasa, ma all’ombra di un grande albero. Successivamente, siamo stati invitati a pranzo a “casa” di uno dei villani.
Il tipico piatto (non domenicale, ma quotidiano), da queste parti è la bul (cosi' si pronuncia, non ho idea di come si scriva), ovvero miglio pestato e poi cotto sul fuoco. La consistenza é molto simile a quella della polenta e come la polenta, da sola non sa quasi di nulla. Per accompagnare la bul, preparano quella che qui si chiama souche (la salsa). Questa salsa é preparata solitamente con carne o pesce, ma principalmente carne, che puo’ essere di maiale, vitello, pollo ed ho sentito dire anche di pipistrello. Quella che ho assaggiato, per fortuna, era di pollo… :)
Il padrone di casa innanzittutto ci ha fatto accomodare in una specie di capanna, chiusa su tre lati, quindi armato di bacinella e brocca piena d’acqua, a partire dagli ospiti, ha fatto il giro dei commensali, facendoci lavare le mani, utilizzando l’acqua presente nella brocca. Fino a qulche anno fa, utilizzavano semplicemente la bacinella con l’acqua all’interno e tutti quanti si lavavano le mani a turno, con la stessa acqua. Facile immagginare che l’ultimo in realtà si ritrovasse a lavare le mani nel fango.
Finita la fase di "igienizzazione", finalmente é arrivato il cibo a tavola.
In un grande vassoio posto al centro del tavolo, ci hanno servito la bul, con la salsa di pollo, contenuta in un tegame a parte. Il padrone di casa, ha diviso la bul in più parti, spostandola ai margini del vassoio, lasciando al centro lo spazio sufficiente per metterci il tegame con la salsa. A questo punto, abbiam cominciato a mangiare.
Si fa cosi', naturalmente tutto rigorosamente a mani nude: ognuno stacca un pezzo di bul, la lavora un po', facendo tipo una palla, quindi la intinge nel sughetto. I più esperti sanno, che se non lecchi le dita godi solo a metà... sarà per questo, che tutti quanti, prima di intingere un nuovo boccone, accuratamente leccavano tutta la mano.
Durante il pranzo ho fatto qualche brutta figura. Nel tentativo di staccare la carne dalle ossa del pollo, per ben due volte, mi é sfuggito il pezzo di mano, facendolo cadere per terra . Pazientemente il padrone di casa, raccoglieva la carne finita per terra e me ne dava un pezzo pulito. Da notare che a fine pasto tutto quello che é avanzato, inclusa la carne recuparata da terra, é stato consegnato ai bambini, che finalmente han potuto pranzare. (Uomini, donne e bambini mangiano tutti in luoghi separati ed in momenti differenti, quelli che hanno la peggio sono i bambini che mangiano alla fine e ricevono gli avanzi degli altri) .
Vi lascio, confessando che alla fine il pranzo non è stato niente male, la bul ed il sughetto insieme erano ottime… magari la carne era un po ‘ dura… :)
In più qualche foto del villaggio….


sabato 2 gennaio 2010

il mio capodanno

Anche da questa parte del mondo il capodanno è una festa importante; i ciadiani, come del resto anche molti italiani, approfittano della festa per bere un po'... la differenza è che da queste parti cominciano a bere già da un paio di giorni prima dell'inizio del nuovo anno e sono ubriachi anche in pieno giorno.
Anch'io mi son dato ai festeggiamenti ed ho scelto con cura l'abito da indossare per il gran cenone di capodanno :)



Nella foto, la signora sorridente accanto a me, è mia zia, l'ispiratrice e sostenitrice (dato che mi sfama ogni giorno) di questo mio viaggio in Africa.

Il primo giorno del 2010, l'ho trascorso partecipando ad una festa per bambini organizzata dai "comboniani" di Doba. Musiche africane e tanti ragazzini. Come nelle nostre feste, c'é n'è voluto un po' prima che i bimbi cominciassero a partecipare... ho ballato anch'io ed addirittura sono diventato ispiratore per un sacco di bambini che han cominciato prima a ballarmi attorno e poi ad imitarmi. Non mi davano più tregua, addirittura litigavano per starmi accanto e darmi la mano. I bimbi africani sono cosi', all'inizio hanno paura di noi bianchi, poi presa un po' di confidenza non ti si staccano più :D



Poi, dopo una bella doccia fredda (qui c'è solo quella), per la prima volta da quando sono qui, son uscito di sera per andare a cena fuori, con una ragazzo italiano (missionario laico) ed un suo amico del posto.
Siamo stati in uno dei ristoranti migliori e più costosi di Doba, ai bordi della strada principale. Tavoli e sedie di plastica, sistemati su uno spiazzale di sabbia e terriccio.
Abbiam preso carne di agnello in un sughetto di pomodoro, servito in scodelle tipo ciotole per i cani, accompagnato da pane fresco (le solite baguette). A dispetto di quanto si possa immaginare, la carne era ottima, tanto che alla fine ho fatto anche la scarpetta... sarà per quello che oggi ho delle fitte allo stomaco?!? bohhh.
Da segnalare, che qui l'acqua al tavolo è gratuita. Ti lasciano un vassoio con bicchieri e brocca di plastica. Non appena si libera un tavolo, il cameriere verifica che la brocca sia piena d'acqua e nel caso in cui i bicchieri siano pieni, li svuota buttando l'acqua per terra, ed ha cura di riposarli sul vassoio a testa in giù!! Inutile sottolineare che non ho bevuto quell'acqua e soprattutto non l'avrei mai bevuta in quei bicchieri!!
Alla fine abbiam pagato circa 1200 franchi a testa... più o meno 2 euro.

Per concludere la serata, siam andati in un altro locale, una specie di discoteca, molto simile ai locali italiani che si vedono sulle spiaggie.
Da bere birra in bottiglia (guinnes o birra locale da 0.66L), aranciata o coca (in bottiglia da 0.5L) e vino dal sapore dolciastro e disgustoso (in brick da litro).
La gente che affollava il locale era ben vestita, molti in stile pseudo-occidentale. Il contrasto con quello che normalmente si vede per le strade è netto, non sembrava di essere in Ciad.
Naturalmente, abbiamo attirato l'attenzione di tutti all'interno del locale; qui già è raro vedere un bianco, figuriamoci a vederne 2 insieme.

Ore 22.30 ero già a casa...