lunedì 4 gennaio 2010

buon appetito...



Nei giorni scorsi sono tornato a Bodo, per passare un week-end nella foresta.
In particolare domenica scorsa, sono stato in un villaggio, dove prima ho assistito ad una messa un po’ particolare, dato che non era in una chiasa, ma all’ombra di un grande albero. Successivamente, siamo stati invitati a pranzo a “casa” di uno dei villani.
Il tipico piatto (non domenicale, ma quotidiano), da queste parti è la bul (cosi' si pronuncia, non ho idea di come si scriva), ovvero miglio pestato e poi cotto sul fuoco. La consistenza é molto simile a quella della polenta e come la polenta, da sola non sa quasi di nulla. Per accompagnare la bul, preparano quella che qui si chiama souche (la salsa). Questa salsa é preparata solitamente con carne o pesce, ma principalmente carne, che puo’ essere di maiale, vitello, pollo ed ho sentito dire anche di pipistrello. Quella che ho assaggiato, per fortuna, era di pollo… :)
Il padrone di casa innanzittutto ci ha fatto accomodare in una specie di capanna, chiusa su tre lati, quindi armato di bacinella e brocca piena d’acqua, a partire dagli ospiti, ha fatto il giro dei commensali, facendoci lavare le mani, utilizzando l’acqua presente nella brocca. Fino a qulche anno fa, utilizzavano semplicemente la bacinella con l’acqua all’interno e tutti quanti si lavavano le mani a turno, con la stessa acqua. Facile immagginare che l’ultimo in realtà si ritrovasse a lavare le mani nel fango.
Finita la fase di "igienizzazione", finalmente é arrivato il cibo a tavola.
In un grande vassoio posto al centro del tavolo, ci hanno servito la bul, con la salsa di pollo, contenuta in un tegame a parte. Il padrone di casa, ha diviso la bul in più parti, spostandola ai margini del vassoio, lasciando al centro lo spazio sufficiente per metterci il tegame con la salsa. A questo punto, abbiam cominciato a mangiare.
Si fa cosi', naturalmente tutto rigorosamente a mani nude: ognuno stacca un pezzo di bul, la lavora un po', facendo tipo una palla, quindi la intinge nel sughetto. I più esperti sanno, che se non lecchi le dita godi solo a metà... sarà per questo, che tutti quanti, prima di intingere un nuovo boccone, accuratamente leccavano tutta la mano.
Durante il pranzo ho fatto qualche brutta figura. Nel tentativo di staccare la carne dalle ossa del pollo, per ben due volte, mi é sfuggito il pezzo di mano, facendolo cadere per terra . Pazientemente il padrone di casa, raccoglieva la carne finita per terra e me ne dava un pezzo pulito. Da notare che a fine pasto tutto quello che é avanzato, inclusa la carne recuparata da terra, é stato consegnato ai bambini, che finalmente han potuto pranzare. (Uomini, donne e bambini mangiano tutti in luoghi separati ed in momenti differenti, quelli che hanno la peggio sono i bambini che mangiano alla fine e ricevono gli avanzi degli altri) .
Vi lascio, confessando che alla fine il pranzo non è stato niente male, la bul ed il sughetto insieme erano ottime… magari la carne era un po ‘ dura… :)
In più qualche foto del villaggio….